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.No, no" continuò il conte, "seavessi mai a vendicarmi, non mi vendicherei così.""Voi disapprovate dunque il duello? Dunque non vi battereste induello?" domandò a sua volta Alberto, meravigliato nel sentire unatale teoria."No certamente, non mi batterei" disse il conte."Ma" disse Franz al conte, "con questa teoria che vi costituiscegiudice ed esecutore nella vostra propria causa, sarebbe difficilecontenervi nei limiti per fuggire gli estremi, che sono semprepericolosi, e converrete senza difficoltà, che l'odio è cieco, lacollera sorda, e colui che vi mesce la vendetta, corre pericolo dibere una bevanda amara.""Anche questo può essere vero, e qualche volta abbiamo vistoavverarsi ciò che ora affermate; ma, d'altra parte, il peggio chepotrebbe accadere ad un tale che avesse violato la legge, sarebbed'incorrere in quest'ultimo supplizio di cui parlavamo or ora,quello cioè che la filantropica rivoluzione francese ha sostituitoallo squarto ed alla ruota.Ebbene, che cosa è questo supplizio,se si è vendicato? In verità, sono quasi spiaciuto che, secondotutte le probabilità, questo miserabile Peppino non vengadecapitato come si dice, vedreste il tempo che vi s'impiega, e semerita la pena di parlarne.Ma, sul mio onore, facciamo unaconversazione singolare per essere il primo giorno di carnevale.Come diavolo è avvenuto? Ah, mi ricordo: voi avete domandato unposto alla mia finestra.Ebbene, l'avrete! Frattanto andiamo atavola, poiché ecco che vengono ad annunciare che tutto è pronto."Infatti un domestico aprì una delle quattro porte del salotto edisse la consueta frase:"E' servito in tavola!"I due giovani si alzarono e passarono nella sala da pranzo.Durante la colazione, che riuscì eccellente, e fu servita conestrema ricercatezza, Franz cercò cogli occhi lo sguardod'Alberto, per leggervi l'impressione che dovevano necessariamenteavergli fatto le parole del loro ospite ma sia che, nella suaabituale noncuranza, non vi avesse prestata grande attenzione, siache la massima del conte di Montecristo esternata in rapporto alduello lo avesse con lui riconciliato, sia finalmente che gliantecedenti raccontati, conosciuti particolarmente da Franz,avessero raddoppiato solo l'effetto delle teorie del conte, non siaccorse che il compagno fosse preoccupato; anzi Alberto facevaonore alla colazione come un uomo condannato da quattro o cinquemesi ad una cucina ben differente dalla sua.Quanto al conte erain preda ad una preoccupazione molto viva, che pareva ispiratadalla persona di Alberto, ed assaggiò appena ciascun piatto; sisarebbe detto, nel mettersi a tavola con i suoi convitati, che285adempisse un semplice dovere di gentilezza, e che aspettasse laloro partenza per farsi portare qualche cibo strano e particolare.Ciò ricordava suo malgrado a Franz, il terrore che il conte avevaispirato alla contessa G.e la convinzione in cui l'aveva lasciatache il conte, l'uomo che le aveva mostrato nel palco in faccia alei, era un vampiro.Alla fine della colazione, Franz cavò l'orologio."Ebbene" disse il conte, "che fate dunque?""Ci scuserete signor conte" rispose Franz, "ma noi abbiamo ancoramille cose da fare.""E quali?""Non abbiamo abiti da maschera, ed oggi il mascherarsi è dirigore.""Non vi occupate di questo.A quanto sembra abbiamo sulla piazzadel Popolo una stanza privata; vi farò portare gli abiti chem'indicherete e ci maschereremo là.""Dopo l'esecuzione?" gridò Franz."Dopo, nel tempo, o prima, come vorrete.""In faccia al patibolo?""Che discorso è questo? Noi saremo presenti alla festa, ma staremonella nostra stanza privata.""Sentite, signor conte, vi ho riflettuto bene" disse Franz, "viringrazio della vostra gentilezza.Mi contenterò di accettare unposto nella vostra carrozza, ed uno alla finestra del palazzoRuspoli; vi lascio in libertà di disporre del mio posto allafinestra di piazza del Popolo.""Ma voi perdete, ve ne prevengo, una cosa molto curiosa" disse ilconte."Me la racconterete" replicò Franz, "e sono convinto che dallavostra bocca il racconto mi farà quasi tanta impressione, quantane potrei ricevere nel vedere il fatto.D'altra parte più di unavolta ho progettato di assistere ad una esecuzione, e non mi sonomai potuto risolvere.E voi Alberto?""Io" rispose il visconte, "ho veduto giustiziare Castaping., macredo fossi un po' sbronzo quel giorno, perché era il primo cheuscivo di collegio.""Ma" soggiunse il conte, "non è una ragione, che se non avetefatta una cosa a Parigi non la dobbiate neppure fare all'estero:quando si viaggia è per istruirsi: quando si cambia luogo, è pervedere.Pensate dunque quale meschina figura fareste, quando sifacessero delle domande relativamente a queste esecuzioni in Roma,e voi non sapeste rispondere altro che "non le vidi".E poi, sidice che il condannato sia un infame malandrino, un birbante cheha ucciso a colpi di alare un buon canonico che l'aveva allevatocome un figlio.Se viaggiaste in Spagna, non andreste a vedere icombattimenti dei tori? Ebbene figuratevi sia un combattimentoquello che andiamo a vedere; ricordatevi degli antichi romani alCirco, dove venivano uccisi trecento leoni e un centinaio diuomini; rammentate quegli ottantamila spettatori che battevano lemani, o quelle sagge matrone che vi conducevano le loro figlie permaritarle, e quelle graziose vestali dalle mani bianche che colpollice facevano un graziosissimo e piccolo segno che voleva dire:"Via, non siate pigri, finite di ammazzarmi quell'uomo, che èmezzo morto."286"Vi andrete dunque, Alberto?""In fede mia, sì; esitavo come voi, ma l'eloquenza del conte mi hadeterminato.""Andiamoci dunque, poiché lo volete" disse Franz, "ma nel recarmialla piazza del Popolo desidererei passare per il Corso.E'possibile, signor conte?""A piedi sì, in carrozza non è permesso.""Ebbene, vi andrò a piedi.""Ma avete tanta necessità di passare per il Corso?""Sì, ho qualche cosa da sbrigare.""Ebbene, passiamo tutti per il Corso.Manderemo la carrozza per lastrada del Babbuino ad aspettarci sulla piazza del Popolo [ Pobierz caÅ‚ość w formacie PDF ]
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.No, no" continuò il conte, "seavessi mai a vendicarmi, non mi vendicherei così.""Voi disapprovate dunque il duello? Dunque non vi battereste induello?" domandò a sua volta Alberto, meravigliato nel sentire unatale teoria."No certamente, non mi batterei" disse il conte."Ma" disse Franz al conte, "con questa teoria che vi costituiscegiudice ed esecutore nella vostra propria causa, sarebbe difficilecontenervi nei limiti per fuggire gli estremi, che sono semprepericolosi, e converrete senza difficoltà, che l'odio è cieco, lacollera sorda, e colui che vi mesce la vendetta, corre pericolo dibere una bevanda amara.""Anche questo può essere vero, e qualche volta abbiamo vistoavverarsi ciò che ora affermate; ma, d'altra parte, il peggio chepotrebbe accadere ad un tale che avesse violato la legge, sarebbed'incorrere in quest'ultimo supplizio di cui parlavamo or ora,quello cioè che la filantropica rivoluzione francese ha sostituitoallo squarto ed alla ruota.Ebbene, che cosa è questo supplizio,se si è vendicato? In verità, sono quasi spiaciuto che, secondotutte le probabilità, questo miserabile Peppino non vengadecapitato come si dice, vedreste il tempo che vi s'impiega, e semerita la pena di parlarne.Ma, sul mio onore, facciamo unaconversazione singolare per essere il primo giorno di carnevale.Come diavolo è avvenuto? Ah, mi ricordo: voi avete domandato unposto alla mia finestra.Ebbene, l'avrete! Frattanto andiamo atavola, poiché ecco che vengono ad annunciare che tutto è pronto."Infatti un domestico aprì una delle quattro porte del salotto edisse la consueta frase:"E' servito in tavola!"I due giovani si alzarono e passarono nella sala da pranzo.Durante la colazione, che riuscì eccellente, e fu servita conestrema ricercatezza, Franz cercò cogli occhi lo sguardod'Alberto, per leggervi l'impressione che dovevano necessariamenteavergli fatto le parole del loro ospite ma sia che, nella suaabituale noncuranza, non vi avesse prestata grande attenzione, siache la massima del conte di Montecristo esternata in rapporto alduello lo avesse con lui riconciliato, sia finalmente che gliantecedenti raccontati, conosciuti particolarmente da Franz,avessero raddoppiato solo l'effetto delle teorie del conte, non siaccorse che il compagno fosse preoccupato; anzi Alberto facevaonore alla colazione come un uomo condannato da quattro o cinquemesi ad una cucina ben differente dalla sua.Quanto al conte erain preda ad una preoccupazione molto viva, che pareva ispiratadalla persona di Alberto, ed assaggiò appena ciascun piatto; sisarebbe detto, nel mettersi a tavola con i suoi convitati, che285adempisse un semplice dovere di gentilezza, e che aspettasse laloro partenza per farsi portare qualche cibo strano e particolare.Ciò ricordava suo malgrado a Franz, il terrore che il conte avevaispirato alla contessa G.e la convinzione in cui l'aveva lasciatache il conte, l'uomo che le aveva mostrato nel palco in faccia alei, era un vampiro.Alla fine della colazione, Franz cavò l'orologio."Ebbene" disse il conte, "che fate dunque?""Ci scuserete signor conte" rispose Franz, "ma noi abbiamo ancoramille cose da fare.""E quali?""Non abbiamo abiti da maschera, ed oggi il mascherarsi è dirigore.""Non vi occupate di questo.A quanto sembra abbiamo sulla piazzadel Popolo una stanza privata; vi farò portare gli abiti chem'indicherete e ci maschereremo là.""Dopo l'esecuzione?" gridò Franz."Dopo, nel tempo, o prima, come vorrete.""In faccia al patibolo?""Che discorso è questo? Noi saremo presenti alla festa, ma staremonella nostra stanza privata.""Sentite, signor conte, vi ho riflettuto bene" disse Franz, "viringrazio della vostra gentilezza.Mi contenterò di accettare unposto nella vostra carrozza, ed uno alla finestra del palazzoRuspoli; vi lascio in libertà di disporre del mio posto allafinestra di piazza del Popolo.""Ma voi perdete, ve ne prevengo, una cosa molto curiosa" disse ilconte."Me la racconterete" replicò Franz, "e sono convinto che dallavostra bocca il racconto mi farà quasi tanta impressione, quantane potrei ricevere nel vedere il fatto.D'altra parte più di unavolta ho progettato di assistere ad una esecuzione, e non mi sonomai potuto risolvere.E voi Alberto?""Io" rispose il visconte, "ho veduto giustiziare Castaping., macredo fossi un po' sbronzo quel giorno, perché era il primo cheuscivo di collegio.""Ma" soggiunse il conte, "non è una ragione, che se non avetefatta una cosa a Parigi non la dobbiate neppure fare all'estero:quando si viaggia è per istruirsi: quando si cambia luogo, è pervedere.Pensate dunque quale meschina figura fareste, quando sifacessero delle domande relativamente a queste esecuzioni in Roma,e voi non sapeste rispondere altro che "non le vidi".E poi, sidice che il condannato sia un infame malandrino, un birbante cheha ucciso a colpi di alare un buon canonico che l'aveva allevatocome un figlio.Se viaggiaste in Spagna, non andreste a vedere icombattimenti dei tori? Ebbene figuratevi sia un combattimentoquello che andiamo a vedere; ricordatevi degli antichi romani alCirco, dove venivano uccisi trecento leoni e un centinaio diuomini; rammentate quegli ottantamila spettatori che battevano lemani, o quelle sagge matrone che vi conducevano le loro figlie permaritarle, e quelle graziose vestali dalle mani bianche che colpollice facevano un graziosissimo e piccolo segno che voleva dire:"Via, non siate pigri, finite di ammazzarmi quell'uomo, che èmezzo morto."286"Vi andrete dunque, Alberto?""In fede mia, sì; esitavo come voi, ma l'eloquenza del conte mi hadeterminato.""Andiamoci dunque, poiché lo volete" disse Franz, "ma nel recarmialla piazza del Popolo desidererei passare per il Corso.E'possibile, signor conte?""A piedi sì, in carrozza non è permesso.""Ebbene, vi andrò a piedi.""Ma avete tanta necessità di passare per il Corso?""Sì, ho qualche cosa da sbrigare.""Ebbene, passiamo tutti per il Corso.Manderemo la carrozza per lastrada del Babbuino ad aspettarci sulla piazza del Popolo [ Pobierz caÅ‚ość w formacie PDF ]